STORIA DELLA CAPOEIRA
Dalla schiavitù alla libertà: il viaggio della Capoeira
Nata nelle piantagioni del Brasile coloniale, la capoeira è molto più di una semplice arte marziale. È un linguaggio del corpo, un canto di ribellione, una danza travestita da gioco per ingannare i padroni.
I suoi creatori? Gli schiavi africani deportati in Brasile, che trasformarono il dolore in espressione, la lotta in movimento, la resistenza in cultura.
Per sopravvivere, i popoli africani unificarono musica, danza e combattimento, dando vita a un’arte capace di rafforzare lo spirito e il corpo.
Per sopravvivere, i popoli africani unificarono musica, danza e combattimento, dando vita a un’arte capace di rafforzare lo spirito e il corpo.
Nella capoeira si trovano colpi acrobatici e movimenti fluidi, ma anche sorrisi, astuzia e rispetto reciproco. Ogni gesto racconta una storia, ogni suono di berimbau evoca le radici profonde di un popolo che non si è mai arreso.
Vietata per decenni, perseguitata dalle autorità, la capoeira è riuscita a resistere, trasformandosi da pratica marginale a patrimonio culturale immateriale dell’umanità riconosciuto dall’UNESCO.
Oggi è praticata in tutto il mondo, unendo persone di ogni età, lingua e cultura. È un ponte tra passato e presente, tra lotta e arte, tra identità e condivisione.
Vietata per decenni, perseguitata dalle autorità, la capoeira è riuscita a resistere, trasformandosi da pratica marginale a patrimonio culturale immateriale dell’umanità riconosciuto dall’UNESCO.
Oggi è praticata in tutto il mondo, unendo persone di ogni età, lingua e cultura. È un ponte tra passato e presente, tra lotta e arte, tra identità e condivisione.